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Eventi > 2008
Veglia interparrocchiale presso il Centro Missionario di Santa Gemma
SULLE ORME DI PAOLO, MISSIONARIO DELLA CARITà
di Maria Scorpiniti
La stessa missione di San Paolo. In virtù del Battesimo, ogni cristiano deve diventare annunciatore del Vangelo con la sua stessa vita. E per riflettere sulla necessità della testimonianza, in qualunque contesto il cristiano si trovi, si è svolta il 25 ottobre scorso una solenne veglia interparrocchiale dedicata alle missioni presso la cappella delle suore di Santa Gemma Galgani, a Cariati Marina. Una riflessione profonda, per una celebrazione semplice, ma ricca di contenuti, presieduta da don Mosè Cariati, coadiuvato da don Angelo Pisani, arciprete della Cattedrale e dal suo vice-parroco don Antonio Oliviero. Le suore del Centro, aiutate da un gruppo di giovani, che hanno anche animato la celebrazione con i loro canti, hanno predisposto dei nastri con i colori dei cinque continenti che, partendo dal crocifisso posto in alto, al centro della cappella, scendevano sulla mensa per “abbracciare” un luminoso mappamondo, posto ai piedi dell’altare. Dopo la lettura del messaggio di Benedetto XVI, scritto in occasione della Giornata Missionaria Mondiale, don Mosè, ha iniziato la sua riflessione sulla conversione di Paolo, avvenuta attraverso un incontro, in seguito al quale da persecutore dei cristiani diventa perseguitato: “Egli, nel corso della sua missione, non portava un’idea, non portava se stesso – ha detto tra le altre cose – ma un uomo concreto, Cristo, che rivelava con la testimonianza della sua vita, convinto che la più grande carità che si possa fare ad un fratello è quella di salvarlo”. Prendendo spunto, poi, dal famoso Inno alla carità che l’Apostolo delle Genti ha composto per i Corinti, don Mosè ha invitato i fedeli ad essere missionari, ciascuno nel proprio ambito, perdonando il prossimo e amando i nemici. Subito dopo, ha dato la sua toccante testimonianza suor Maria Pia, della Congregazione delle sorelle di Santa Gemma, missionaria, per un periodo, nel Congo. “Questa veglia è dedicata ai Santi Martiri del nostro tempo – ha detto, con la voce rotta dall’emozione – e a tutti i coloro che sono morti in seguito agli attacchi contro i cristiani. Quando ero in Congo, nel 2000, i ribelli entravano nelle chiese, si vestivano dei paramenti dei sacerdoti ed uccidevano quanti entravano per difendere il sacro luogo. In questa guerra, che ho vissuto in prima persona, ho visto morire anche tanti giovani sacerdoti, con i quali lavoravo per aiutare la popolazione congolese e che ricordo uno per uno”. Per tutti loro sono stati accesi, al termine della veglia, tantissimi lumini che sono stati deposti sui cartelloni raffiguranti i cinque continenti, piccole carte geografiche preparate e portate dai giovani, in processione, ai piedi dell’altare. Infine, con una preghiera per suor Gesualda Manna, 94 anni ed una vita dedicata interamente al Signore, che versa in cattive condizioni di salute, e un pensiero scritto sui bigliettini e donato a tutti i presenti, si è conclusa la veglia dedicata alle missioni.
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