Parrocchia Cristo Re - Diocesi Rossano Cariati


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San Cataldo 2016

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CARIATI: FESTA GRANDE IN ONORE DI SAN CATALDO
Mons. Satriano: “Farò in modo che questa festa diventi ancora più solenne

di Maria Scorpiniti

CARIATI – Il prossimo 10 maggio la festa di San Cataldo sarà ancora più solenne e coinvolgerà in maniera corale l’intera Diocesi. Lo ha annunciato monsignor Giuseppe Satriano, arcivescovo di Rossano-Cariati, davanti a una moltitudine di fedeli e pellegrini giunti anche da fuori per i tradizionali festeggiamenti in onore del compatrono e protettore della cittadina jonica. L’idea ha trovato consensi unanimi, in quanto la festa rappresenta un appuntamento importante per la vita religiosa del popolo cariatese. La devozione verso il Santo dei miracoli, come viene definito il vescovo irlandese vissuto nel VII secolo, per il presule non deve esaurirsi all’esteriorità della festa, va oltre, deve portare i credenti alla testimonianza e al coraggio delle scelte. Riferendosi poi alle prossime elezioni del 5 giugno, il cristiano, ha detto, è chiamato ad esprimere il voto, scegliendo tre le persone che combattono la secolarizzazione, cioè tutte quelle logiche che mettono al primo posto non la persona, ma il denaro, proprio come ha fatto il vescovo Cataldo con la sua opera nella città di Taranto quando, di ritorno dalla Terra Santa in seguito ad un naufragio, vi approdò rimanendo lì fino alla morte.
La messa è stata resa ancora più solenne dalla presenza di molti concelebranti, tra cui il parroco della Cattedrale don Angelo Pisani, don Mosè Cariati di Cristo Re, don Angelo Bennardis della Madonna delle Grazie, don Rocco Grillo di Scala Coeli, don Enzo Malizia Terravecchia, don Rocco Scorpiniti e don Giuseppe Scigliano.
Subito dopo, la benedizione dei numerosi bambini vestiti alla foggia del santo e la processione con la sacra effigie, adornata con gigli e rose, i fiori di san Cataldo, preceduta dalla banda musicale del maestro Cirigliano. Secondo un rituale suggestivo, pervenuto quasi intatto dal passato, la statua si è fermata sul punto più panoramico della cinta muraria per la benedizione alla città e, tra la commozione generale, lo scoppio dei mortaretti e fragorosi applausi, è scesa alla volta della chiesetta distante circa tre chilometri dall’abitato, situata sul litorale nord. Il momento dell’arrivo ha costituito, come sempre, un’esperienza d’incontro e di aggregazione collettiva, oltre che religiosa. Quest’anno i fedeli hanno reso omaggio al Santo nel cortile della chiesa, prima che entrasse nella cappella. Nell’area circostante, come ogni anno, si è svolto l’incanto, vale a dire la vendita all’asta degli animali offerti per devozione e la riffa degli originali “maji” votivi, degli altissimi pali contornati da dolci tradizionali, i “fusiddi”, adorni di fiori e nastri colorati, con cui i devoti esprimono, in forma pubblica, la riconoscenza verso il Santo dispensatore di grazie.
Con molta probabilità, questo culto è stato introdotto a Cariati e in altri centri calabresi, come la vicina Cirò, dai pescatori tarantini che pescavano nel nostro mare; qualche studioso sostiene, invece, che sono stati i marinai cariatesi che andavano a pesca nel Golfo di Taranto. Sono nate pure delle leggende intorno all’origine del culto. Una di queste racconta del ritrovamento della statua del Santo sulla spiaggia fuori dalla città; trasportata in cattedrale, il giorno seguente venne rinvenuta nello stesso luogo, ad indicare che proprio lì Cataldo voleva costruito il suo santuario.



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