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Nota dell’Arcivescovo di Rossano-Cariati a margine degli sbarchi a Corigliano e della Giornata Mondiale del migrante e del rifugiato
Gli eventi migratori che interessano le nostre coste calabre non possono lasciarci indifferenti. Sempre luminose risultano le affermazioni del Pontefice per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che la Chiesa celebra domenica prossima: “In un'epoca di così vaste migrazioni, un gran numero di persone lascia i luoghi d'origine e intraprende il rischioso viaggio della speranza con un bagaglio pieno di desideri e di paure, alla ricerca di condizioni di vita più umane… Alla globalizzazione del fenomeno migratorio occorre rispondere con la globalizzazione della carità e della cooperazione, in modo da umanizzare le condizioni dei migranti”.
I due sbarchi vissuti a Corigliano impongono serie riflessioni alla collettività tutta e a alla stessa Chiesa locale, di Rossano-Cariati, che si è resa già presente offrendo il proprio discreto ma efficace contributo in assistenza all’opera delle autorità locali preposte e agli stessi immigrati.
La Caritas diocesana e le comunità ecclesiali si sono prodigate nel venire incontro ad alcune emergenze emerse riscontrando peraltro difficoltà nel coordinamento delle forze in campo e l’impreparazione del territorio a recepire tali flussi migratori. Pasti caldi, indumenti, coperte, accoglienza di alcuni minori e assistenza ad adulti senza ricovero notturno (circa 35) sono stati possibili grazie alla generosa mobilitazione della gente delle nostre comunità, sempre generosa.
La povertà di realtà recettive, la difficoltà economica in cui vive il territorio, il sospetto di una tratta di essere umani tra Turchia e coste calabresi ad opera di uomini della ‘ndrangheta, richiedono attente valutazioni da parte di tutti gli operatori del settore e sottolineano il bisogno, come afferma il Santo Padre, nel su citato documento, di “una sistematica e fattiva collaborazione che coinvolga gli Stati e le Organizzazioni internazionali”, per una efficace regolazione del fenomeno, mettendo sempre al centro la persona umana.
Si auspica che tali avvenimenti diventino opportunità di crescita per una comunità civile e non momento di avvilimento per le speranze di ripresa di un territorio. La persona, rispettata nella sua dignità, è l’investimento di sempre su cui una civiltà può vincere la scommessa del futuro.
+ Giuseppe Satriano
Arcivescovo
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