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L'arcivescovo > Satriano 2015-2020
CARIATI - PER SAN LEONARDO MONSIGNOR SATRIANO FA IL SUO INGRESSO IN CITTÀ
L’arcivescovo: “Sono onorato di agganciarmi alla storia scritta anche da due miei conterranei, Faggiano e Semeraro”
di Maria Scorpiniti
Il 6 novembre scorso Cariati si è fermata non solo per onorare il suo patrono, San Leonardo. In questo giorno speciale, monsignor Giuseppe Satriano ha fatto il suo ingresso solenne in città, accolto dall’abbraccio “caldo e cordiale” della comunità, come egli stesso ha detto, e anche dal tradizionale lancio dei confetti. A Porta Pia, ingresso del borgo antico, lo hanno atteso le autorità religiose, civili e militari, tra cui il sindaco Filippo Sero e gli amministratori, gli agenti della Polizia Municipale con il gonfalone e il comandante Pietro De Luca, il dirigente comunale Cataldo Russo, i carabinieri della locale stazione con il comandante Nicodemo Leone, l’associazione carabinieri “Alfio Ragazzi” di Cataldo Santoro, il presidente dell’associazione “Cariatesi a Milano” Giuseppe Parise, il comandante dell'ufficio locale marittimo Giuseppe Balbi e i parroci di Cariati, Bocchigliero, Campana, Mandatoriccio, Terravecchia e Pietrapaola. Da qui, preceduto dalle note festanti della banda musicale “Città di Cariati” diretta dal maestro Antonio Cirigliano, il presule ha fatto tappa in piazza Plebiscito, dove il sindaco Filippo Sero, nel suo saluto, ha sottolineato il legame forte dei cariatesi con il loro vescovo, poiché la cittadina, in un passato illustre, è stata sede vescovile per ben cinque secoli. Mons. Satriano, dal canto suo, si è dichiarato subito lieto e onorato di “agganciarsi” a questa storia, segnata anche dal ministero illuminato di mons Eugenio Raffaele Faggiano, di cui è in corso il processo di beatificazione, e di mons. Orazio Semeraro, suoi conterranei. Non solo. L’arcivescovo di Rossano-Cariati è rimasto affascinato dalla bellezza del luogo: “Cariati è una perla di questo territorio - ha asserito - e deve splendere sempre più”. Subito dopo, accompagnato dal suo segretario don Giuseppe Scigliano e dall’arciprete della concattedrale San Michele Arcangelo, don Angelo Pisani, ha fatto la sua entrata solenne in chiesa, cuore della religiosità del popolo cariatese, gremita in ogni ordine di posto. Prima di dare inizio alla concelebrazione eucaristica, don Mosè Cariati, responsabile della vicaria di Cariati- Bocchigliero, ha preso la parola per un saluto e presentare la zona che rappresenta. “La tradizione ci vuole come un popolo saggio e mite – ha detto il parroco di Cristo Re – che, purtroppo, negli ultimi tempi sta vivendo l’emigrazione di più del 50% delle sue famiglie all’estero a causa della crescente disoccupazione…L’Europa sembra essersi dimenticata di noi, qui mancano finanche i servizi essenziali. La chiesa, in questo difficile contesto – ha proseguito don Mosè – ha un ruolo indispensabile e la gente guarda a noi anche come occasione di riscatto sociale e, in particolare, confida molto nella Sua azione pastorale e nella Sua paterna guida al servizio del prossimo nella e con la carità; noi non aspettiamo altro!”. L’arcivescovo, prima di passare alla sua riflessione, ha tranquillizzato tutti: “Sono qui per voi e con voi”. Poche parole, semplici, che racchiudono tutto un programma. Ha proposto, poi, di guardare San Leonardo quale “fratello maggiore nella fede”, un uomo come noi, ha detto, non un eroe, che con la sua forza rivoluzionaria e il suo cuore onesto ha dato la libertà a tanti prigionieri. “I prigionieri non sono solo quelli del carcere di Rossano - ha asserito a questo proposito mons. Satriano – ma siamo noi quando percorriamo strade che non ci conducono a Dio”. L’augurio e l’invito dell’arcivescovo alle comunità presenti è stato quello di vivere il cristianesimo con sobrietà e di essere sempre più luoghi d’ascolto, dove poter esercitare la condivisione non del superfluo, ma dell’essenziale. Al termine della messa solenne, animata dal bravissimo coro diretto da suor Pierina De Bartolo, l’arcivescovo ha presieduto anche la processione che, dal centro storico, è scesa poi alla marina.
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