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Momenti di vita Parrocchiale > 2009 > Pasqua
I MEDICI APOSTOLI DEL GIOVEDì sANTO a cristo re
serata, la riuscita rappresentazione dell’Ultima Cena
di Maria Scorpiniti
CARIATI – Sono stati dodici medici, quest’anno, gli apostoli della Messa in “Cena Domini”, nella chiesa di Cristo Re. Dopo i pescatori della Pasqua 2008, è stata scelta questa categoria per una celebrazione sentita e ricca di contenuto. Anche in occasione del Giovedì Santo, la parrocchia ha voluto dare un segnale di vicinanza e di attenzione verso chi si trova ogni giorno ad operare direttamente con la sofferenza. In questo contesto particolare, in cui la Chiesa fa memoria della Cena del Signore tenuta nell’ambito della Pasqua ebraica, il parroco don Mosè Cariati ha ripetuto il gesto di Cristo che costituisce, oggi come allora, un grande insegnamento di umiltà e di servizio, in quanto implica il dono di se stessi verso i fratelli, soprattutto bisognosi e sofferenti. Quello di lavare i piedi, all’epoca di Gesù, era, infatti, un dovere riservato solo agli schiavi, ma Egli l’ha tradotto nel comandamento dell’amore. “Il lavoro del medico - ha sottolineato don Mosè nel corso della celebrazione - è una diaconia: curando il corpo si aiuta anche la salute dello spirito; oggi – ha proseguito rivolgendosi poi ai medici – c’è bisogno della vostra testimonianza in termini di disponibilità e di servizio sia tra colleghi, sia verso coloro che si affidano alle vostre cure”. I medici che hanno impersonato i dodici apostoli sono: Leonardo Alosa, i fratelli Vincenzo, Leonardo e Giuseppe Ammendola, Michele Caligiuri, Nicola Cosentino, Cataldo Graziano, Sinibaldo Iemboli, Angelo Mingrone, Pietro Perri, Antonio Sero, Raffaele Tranquillo.
Alle ore 21.00 della stessa giornata, ha avuto luogo, sempre nella chiesa di Cristo Re, la Rappresentazione dell’Ultima Cena, che va dal momento successivo alla lavanda dei piedi a quello in cui Gesù torna a sedere fra gli Apostoli da lui scelti, instaurando un colloquio suggestivo ed accennando al tradimento che avverrà da parte di uno di loro. La scena del Cenacolo è stata presentata, con un efficace gioco di luci e un sottofondo musicale, con Cristo (interpretato egregiamente dal catechista Gianfranco Arcudi) che siede a tavola ed istituisce l’Eucarestia e il sacerdozio cristiano: il suo volto già tradisce il dramma che sta vivendo e che si sarebbe consumato da lì a poco, con Giuda (interpretato da Mario Critelli) che, ormai in preda all’opera del demonio, ordisce il tradimento d’accordo con i sacerdoti e pattuisce il compenso dei trenta denari. Mentre si avvicina il momento dell’offerta della propria vita per gli uomini, Cristo riprende ad ammaestrare i discepoli: sono i famosi discorsi del Vangelo di Giovanni, un argomentare articolato fatto di parole che i suoi non sempre riescono a comprendere, come quando il Maestro parla loro del dono dello Spirito, che farà dopo la sua Resurrezione. La rappresentazione si chiude con Gesù che si ritira a pregare nel Getsèmani con i suoi discepoli.
Infine, per tutta la notte del giovedì è rimasto aperto nel salone della parrocchia l’altare della Reposizione, allestito per l’adorazione eucaristica.
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