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messaggio natalizio 2012

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La porta della Fede e la porta della Grotta

Messaggio dell’Arcivescovo per il Natale 2012



Chi si è recato qualche volta in Pellegrinaggio a Betlemme sa che per accedere alla Basilica della Natività esiste una porta d’ingresso particolarmente piccola che richiede, a coloro che desiderano entrare, di inchinarsi dinanzi al Mistero. Sì, proprio quella porta, un tempo così maestosa da poter essere varcata da re e sultani addirittura a cavallo, è stata abbassata e oggi sembra mettere tutti gli uomini sullo stesso piano.
In realtà, se ci pensiamo bene, è l’Uomo Gesù che ha fatto questo. Lui è la Porta che ha messo tutti gli uomini sullo stesso piano perché si è abbassato e si è messo sullo stesso piano degli uomini, svelando quale responsabilità implichi l’essere uomo e, di conseguenza, l’essere cristiano.
Il grido ad una presa di coscienza delle proprie responsabilità si è recentemente levato con forza dalla voce del cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della CEI: «Ciò che lascia sbigottiti è l'irresponsabilità di quanti pensano a sistemarsi mentre la casa sta ancora bruciando», egli ha affermato in un’intervista al Corriere della Sera, interrogato circa la situazione politica del nostro Paese, confermando come la radice dell’attuale crisi non sia «solo economica e sociale, ma culturale e morale».
Mentre sembra superato il tempo delle palesi discriminazioni sociali, dei monarchi assoluti e dei grandi sultani che vessavano il popolo, oggi, forse, corriamo un nuovo rischio:
il totalitarismo dell’irresponsabilità!
È un rischio politico, certamente, ma è un rischio che ha radici ancora più remote, affondate nel terreno dell’individualismo, dell’edonismo, dell’egoismo, della superbia.
In questo Santo Natale, dinanzi a tutte le difficoltà concrete che le famiglie e le persone vivono, vorrei gridare anch’io che, per varcare con onestà la
Porta della Fede, occorre varcare la Porta della Grotta. Occorre abbassarsi e ripulire il terreno della nostra umanità dalle radici velenose dell’autosufficienza e di ogni sorta di protagonismo, per ritrovare il seme della responsabilità, più necessario proprio quando la casa brucia.
La Grotta di Betlemme fu la prima casa di Gesù, rifiutato da coloro che vivevano nelle altre case della zona i quali, forse, non compresero di essere responsabili anche di Lui.
Che nelle case di questa terra, nella casa che è la Chiesa, nella casa che è la nostra splendida Italia, rinasca, nell’Anno della Fede, la coscienza di come l’irresponsabilità sia terreno scivoloso che può condurre alla frammentazione di un Paese, allo smarrimento di un popolo, alla cancellazione del fratello… in definitiva, alla distruzione del senso dell’essere uomo e quindi alla disumanizzazione.
Sì, cari amici: se la casa brucia, nessun uomo si salva da solo perché nessun uomo è uomo da solo; Gesù Bambino ce lo ricorderà nella Notte di Natale, rivelandosi non come un Dio isolato ma come il Dio fatto Uomo, l’Emmanuele, il Dio con noi.
Sapremo ascoltarLo?
Buon Natale. E così sia!


XSanto Marcianò



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