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Eventi > 2014
CARIATI: APPUNTAMENTO PER IL 22 MAGGIO A CASCIA NEL NOME DI SANTA RITA
Concluso il gemellaggio civile e religioso. Donata a Santa Maria delle Grazie una reliquia della Santa
di Maria Scorpiniti
Un evento singolare che ha coinvolto tutta la società civile
Un gemellaggio diverso dal solito, senza firme né atti, per invocare una nuova stagione di pace e riconciliazione, sull’esempio di Santa Rita. Nel contesto dei 100 anni dell’istituzione della parrocchia di Santa Maria delle Grazie, dal 24 al 27 aprile la comunità civile e religiosa di Cariati ha accolto e ospitato una delegazione proveniente da Cascia, composta dal sindacoGino Emili, dall’assessore Monica Del Piano, dalla consigliera Luisa Di Curzio e da padre Mario De Santis, rettore del santuario di Santa Rita. “Siamo onorati ed emozionati, perché quest’anno la scelta è caduta sulla nostra piccola comunità parrocchiale” è stato il commento del parroco don Angelo Bennardis. L’evento ha assunto anche una connotazione culturale, con un fitto calendario di visite guidate e momenti di festa per far conoscere agli ospiti i luoghi, le tradizioni e le specialità gastronomiche della nostra terra. Chiesa ed amministrazione comunale insieme con la Pro Loco presieduta da Franco Milillo, le associazioni culturali e sportive, la delegata alla cultura Assunta Trento, il dirigente Urp Cataldo Russo, il presidente del consiglio comunale e del Gruppo Azione Costiera Cataldo Minò, gli storici Franco e Romano Liguori, il consigliere provinciale Leonardo Trento, i ristoratori e artisti locali, le forze dell’ordine, la banda musicale del maestro Cirigliano. Insieme nel nome di Santa Rita, donna di pace e di fede.
L’origine del culto: un tuffo nella memoria con lo storico Romano Liguori
A Cariati, tra le tante espressioni di pietà popolare, il culto per Santa Rita è molto radicato e occupa un posto rilevante che va al di là dei confini parrocchiali. La venerazione verso la santa “dei casi impossibili” risale al 1930, tant’è che in ogni famiglia cariatese il nome di Rita è molto diffuso e a lei è stata dedicata una strada del borgo antico.
Il 25 aprile scorso, nell’ambito del gemellaggio e per commemorare con maggiore solennità i 100 anni di istituzione della parrocchia Santa Maria delle Grazie, il professore Romano Liguori, esperto di storia locale, ha tenuto all’interno della chiesa una brillante relazione che ha abbracciato un arco temporale lungo più di quattro secoli. Dalla ricostruzione storica, fatta da Liguori con dovizia di particolari e rigore scientifico, anche in considerazione delle poche fonti a disposizione, è emerso come la chiesetta, dalle linee architettoniche semplici, sia stata costruita nel 1569 per “accompagnare” la nascita e l’espansione della marina. Venne affidata, negli anni quaranta, alla custodia dei padri cappuccini, offrendo ospitalità ai pellegrini di passaggio. In seguito, l’ospizio di Santa Maria delle Grazie svolse una funzione sociale, di assistenza verso gli abitanti, per lo più pescatori, che dal centro storico iniziarono a popolare il borgo “di basso”. Dopo varie vicissitudini, tra cui l’abbandono dei frati e la successiva ricostruzione da parte dei fedeli, la chiesa assunse un’importanza rilevante per l’espansione del centro urbano legata alla costruzione della stazione ferroviaria, a numerose attività commerciali e al boom edilizio reso possibile dall’emigrazione. Il decreto di nomina a parrocchia, con il primo parroco don Michele Gambardella, è datato1914, ma già l’anno prima il vescovo di Cariati, Scotti, ne aveva delimitato i confini territoriali, comprendenti tutta la marina e le contrade. Nel 1986, allorquando monsignor Serafino Sprovieri, arcivescovo di Rossano-Cariati, ridisegnò la nuova mappa delle parrocchie, la marina venne divisa in tre comunità: Cristo Re, Santa Maria delle Grazie e San Cataldo. Monsignor Santo Marcianò, l’anno scorso, ha apportato ulteriori novità ai confini territoriali. Tra i parroci dal 1952 ricordiamo, in ordine cronologico, don Alfonso Russo, don Rocco Scorpiniti, don Pino Mustaro e, da due anni, don Angelo Bennardis.
Con la fiaccola della pace, appuntamento a Cascia
“La fiaccola della pace che abbiamo portato per le vie di Cariati, continuerà il suo percorso a Cascia il 21 e 22 maggio prossimi; mi auguro che la vostra presenza sia massiccia, saremo lieti di potervi accogliere e stringervi la mano in ricordo di questi giorni meravigliosi”. Sono le parole bellissime del sindaco di Cascia Gino Emili, pronunciate nel corso della celebrazione del 27 aprile scorso che ha chiuso il gemellaggio. È il 56esimo anno che la cittadina umbra sta promuovendo l’iniziativa di gemellarsi con quei comuni nel cui territorio è presente una particolare devozione verso la Santa del perdono. La richiesta era stata inoltrata da monsignor Santo Marcianò, ora Ordinario Militare d’Italia, che ha voluto in diocesi anche le Agostiniane. Le monache di clausura, da due anni presenti nella Casa del Buon Consiglio di Rossano, che con don Angelo Bennardis, hanno curato e animato le celebrazioni religiose e la fase preparatoria dell’evento, stanno anche lavorando ad un ambizioso progetto: la costruzione di un nuovo monastero. Le stesse agostiniane, a Cristo Re, il 7 aprile scorso hanno presentato della vita della santa e il suo messaggio di perdono che ha travalicato i confini del convento dove è vissuta per più di quarant’anni, dopo la morte del marito e dei figli. In questa occasione, hanno invitato a portare la sua testimonianza Teresa Strangio di San Luca, insignita del riconoscimento Internazionale S. Rita per aver perdonato pubblicamente gli assassini del figlio e del fratello, vittime nel 2007 della strage mafiosa di Duisburg.
Il messaggio di perdono della santa di Cascia ha colpito molto anche il sindaco Filippo Sero, il quale nell’incontro istituzionale con la delegazione tenutosi nella sala consiliare, ha avuto modo di affermare: “La riconciliazione anche per le istituzioni politicheè necessaria per superare la rottura e riprendere il confronto. Tenendo conto del principio di laicità delle stesse, ha precisato il primo cittadino, ritengo che queste debbano uscire dalla freddezza della forma e guardare al popolo; la nostra città vive una crisi economica senza precedenti, ma non ci rendiamo conto che la vera crisi è quella morale e, in un certo senso, democratica perché la democrazia dovrebbe vivere di confronto su idee e problemi, di scontro dialettico piuttosto che conflittuale e fine a se stesso”. Secondo Sero, il gemellaggio ha costituito un importante momento di condivisione da cui ripartire.
Nel corso dell’incontro è stata presentata alla delegazione l’originale fiaccola della pace in legno d’ulivo realizzata dall’artista cariatese Alfonso Caniglia, portata poi in staffetta per le vie cittadine dagli allievi delle associazioni sportive. La stessa fiaccola sarà accesa il 22 maggio prossimo, festa di Santa Rita, davanti la basilica di Cascia. Da Cariati, ha fatto già sapere don Angelo, sono pronti per partire alla volta della cittadina umbra diversi pullman di pellegrini.
Tra i doni, la reliquia della Santa di Cascia
Il primo cittadino di Cariati ha donato alla delegazione le medaglie commemorative realizzate dal giovane orafo Domenico Tordo, con la dicitura latina “Pax et reconciliatio” e con all’interno scolpita una stretta di mano, simbolo di unità e solidarietà, una rosa, simbolo ritiano per eccellenza, e i due stemmi dei comuni gemellati. Sero ha regalato anche il gagliardetto con lo stemma della città e i testi storici di Romano e Franco Liguori. Anche il sindaco Gino Emili ha ricambiato con quadro raffigurante il santuario di Cascia e con lo stemma del suo comune. Altro scambio di doni al termine della messa all’aperto del 27 aprile scorso, che ha concluso l’evento, presieduta dall’amministratore diocesano don Antonio De Simone e concelebrata con don Angelo Bennardis, don Mosè Cariati, don Angelo Pisani e padre Mario De Santis. Il gemellaggio si è chiuso con il dono più atteso: una reliquia di Santa Rita, consegnata dalle suore e da padre Mario De Santis a don Angelo Bennardis, che sarà esposta alla venerazione dei fedeli. Il frammento osseo, incastonato dentro una rosa di metallo adagiata su un cuscino ricamato dalle monache del santuario di Cascia, verrà posto accanto alla statua lignea di Santa Rita al lato dell’altare di Santa Maria delle Grazie.
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