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Stringiamoci a Lui!
Messaggio dell’Arcivescovo per la Quaresima 2010
Carissimi fratelli e sorelle,
la Quaresima apre ancora le porte e ci introduce in quel tempo che è preparazione, ma che è anche
apertura della mente e del cuore al Mistero della Pasqua del Signore; alla Passione, morte e Risurrezione di
Cristo. Lo ripercorriamo ogni anno, questo Mistero; per aiutarci a viverlo, la Chiesa ci propone il cammino
di questi quaranta giorni di deserto, di purificazione, di invito a rientrare in noi stessi per cercare l’essenziale,
per vivere l’essenziale, per amare l’essenziale.
È a questo essenziale che volgiamo il nostro cuore; e lo vogliamo cercare insieme come famiglie, come
comunità, come Chiesa, mentre celebriamo l’Anno della Chiesa e del sacerdozio e ci prepariamo alla Visita
Pastorale che, proprio in questa Quaresima, avremo il dono di iniziare.
Come cercare, dunque, questo essenziale? Come costruire questo essenziale in quanto Chiesa?
Il cammino della Quaresima, lo sappiamo, richiede il digiuno, l’elemosina, la preghiera. Vorrei che lo
seguissimo, quest’anno, portando nel cuore alcune parole di S. Pietro che possono offrirci la direzione:
«Stringendovi al Signore, pietra viva, rigettata dagli uomini, ma scelta e preziosa davanti a Dio, anche voi
venite impiegati come pietre vive per la costruzione di un edificio spirituale, per un sacerdozio santo, per
offrire sacrifici spirituali graditi a Dio, per mezzo di Gesù Cristo» (1 Pt 2,4-5).
Sì. Stringiamoci a Lui!
Stringiamoci a Lui, per essere pietre povere: pietre che si fanno purificare il corpo e il cuore liberandoli
da quella sazietà che ci rende egoisti, da quella tentazione di autosufficienza che ci fa considerare superiori
agli altri. «Uscire dall’illusione di auto-sufficienza», scrive il Papa nel Messaggio per questa Quaresima, è
necessario «per entrare nella giustizia»; e la giustizia, egli ricorda, significa «dare a ciascuno il suo»
(Benedetto XVI, Messaggio per la Quaresima 2010). Come suonano provocanti queste parole in un
momento in cui la crisi economica continua ad affliggere molte persone e molte famiglie! In una realtà,
particolarmente quella della nostra Calabria, che si confronta con i fratelli immigrati, spesso trattati in modo
disumano! In un tempo in cui anche le catastrofi naturali – e come non pensare al terribile terremoto di Haiti?
- ci fanno apparire vicini e bisognosi di noi, poveri, bambini, persone rimaste sole, provate e private di tutto!
Stringiamoci a Lui, per essere pietre forti: pietre che sanno trovare forza nella rinuncia al superfluo ed al
necessario perché comprendono che la vera forza è la coesione, è l’unione, è l’amore vicendevole. Che
nessuno ci sia estraneo, in questa Quaresima; e impareremo ad essere pietre con le quali Dio costruisce
«l’edificio spirituale e il sacerdozio santo»: costruisce la Chiesa.
Stringiamoci a Lui, per essere Chiesa, per essere «pietre vive». È vero, noi possediamo un «cuore di
pietra»; «l’uomo è reso fragile – riconosce il Papa – da una spinta profonda, che lo mortifica nella capacità di
entrare in comunione con l’altro» (Benedetto XVI, Messaggio…). Solo se ci stringiamo a Lui diventiamo
pietre vive che si aprono agli abissali bisogni dell’umanità e sanno vederli concretamente nel volto del
fratello che ci sta accanto e ha bisogno del necessario.
Stringiamoci a Lui, per saper dare il necessario ai fratelli: per imparare che, se è vero che «sono
certamente utili e necessari i beni materiali», è pure vero che all’uomo «è necessario qualcosa di più intimo
che può essergli accordato solo gratuitamente», cioè «quell’amore che Dio solo può comunicargli»
(Benedetto XVI, Messaggio…). Ma, se comunichiamo all’Amore di Dio, anche noi comunichiamo l’Amore
di Dio.
Stringiamoci a Lui! Ecco l’essenziale!
E la Quaresima è tempo per stringersi al Signore: non è solo un deserto fatto di povertà e di
purificazione, ma è deserto colmo di intimità, è deserto di preghiera, è deserto di comunione profonda con
Lui. Egli è la roccia sulla quale costruire l’essenziale e radicare la vita. Egli è la «pietra scelta e preziosa
davanti a Dio» che, con la Sua forza, sgretola i nostri cuori di pietra e ci rende «pietre vive»: pietre che
hanno un cuore e che, insieme, fanno il cuore della nostra Chiesa.
E così sia!
Rossano, 16 febbraio 2010
Santo Marcianò
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