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Momenti di vita Parrocchiale > 2011
(Da “Camminare Insieme”, quindicinale dell’Arcidiocesi
di Rossano – Cariati Sett./Ottobre 2011 pag.8)
Nelle vacanze, momenti di preghiera come pausa che riporta a Dio
IL BISOGNO DI “IMMERGERSI” NELL’ADORAZIONE
di Maria Scorpiniti
Scoprire la meraviglia di sostare davanti a Gesù e incontrarlo nell’adorazione eucaristica notturna. Nei mesi di luglio e agosto, ogni giovedì sera, nel cortile di Cristo Re tantissime persone hanno aderito alla singolare iniziativa. Molte arrivavano anche solo per curiosare, forse perché uscite per la passeggiata serale, essendo la cittadina luogo di turismo balneare, quindi ricco di attrazioni, ma poi restavano in silenziosa adorazione. Un’esperienza magnifica, senz’altro da ripetere, che ha fatto comprendere come, pure in vacanza, i momenti di preghiera possono essere una pausa che riporta a Dio. Le vacanze non allentano il bisogno di “immergersi” nell'adorazione per trovare ristoro, e stare in profonda intimità col Signore vivo e vero, per ascoltare la Sua voce. La luce del faro posto ad illuminare il tabernacolo, ha rimandato alla luce vera, l’unica che dà senso alla vita, in un’atmosfera quasi magica, “complice” il silenzio della notte favorito dalla chiusura al traffico della via ad opera degli agenti di Polizia Municipale. I momenti di preghiera e di silenzio, ben intervallati dai canti e musiche, a cura dei giovani della parrocchia, e da letture a tema con qualche brano di riflessione, sono stati dedicati, volta per volta, ai malati, ai sofferenti, alle famiglie, ai giovani, all’incontro che cambia la vita. Significativo il tema dell’ultimo giovedì di agosto, “Dammi da bere”, che si rifà all’incontro, particolarissimo, di Gesù con la Samaritana (Gv 4,1-10) presso il pozzo di Giacobbe. Il parroco don Mosè Cariati, nella meditazione biblica, ha inteso evidenziare l’aspetto, fondamentale, dell’incontro personale con il Signore nella vita di ogni credente e, riferito all’adorazione, ha invitato ad essere consapevoli di stare alla Sua presenza, poiché questa ha il potere di cambiare la vita: “L’incontro casuale con Gesù ha toccato il cuore della Samaritana - ha detto tra l’altro – le ha fatto prendere coscienza del suo peccato e, subito, l’ha portata ad evangelizzare i concittadini, ai quali corre a comunicare la sua esperienza e non le sue idee”. A rendere ancora più efficace l’idea della dimensione personale dell’incontro, al centro del cortile di Cristo Re è stato posto un pozzo, da cui metaforicamente ognuno ha potuto attingere acqua, dono di Dio, ma che rimanda al bisogno di dialogo con Gesù per colmare quella sete di senso che ogni persona si porta dentro e per trovare ristoro alla “fonte di acqua viva che zampilla per la vita eterna”.Occorre, certo, un'opera di discernimento spirituale e un’azione di verifica personale e comunitaria, per capire a quali fonti noi ci abbeveriamo. Occorre mettersi alla ricerca dell’acqua viva con l’umiltà necessaria, e chiedere al Signore che ce la dia per placare, finalmente, la nostra sete. Il dono di Dio va afferrato nella semplicità della vita di ogni giorno, fatto proprio, senza pensare di riconoscerlo in segni potenti. Il Signore ci attende al pozzo per condividere la nostra umanità, ma solo se noi gli faremo spazio e saremo capaci di riconoscere la sua persona.
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