Menu principale:
Eventi > 2009
CARIATI LE ESEQUIE DEI BIMBI MAI NATI
iniziativa in Calabria del Movimento per la Vita
CARIATI - La vita è sacra sin dal concepimento. Questa la convinzione alla base del rito di benedizione per il seppellimento dei bambini “mai nati”, officiato dal parroco don Mosè Cariati lunedì scorso, 10 agosto, nella chiesa di Cristo Re a Cariati Marina. La cerimonia per le esequie dei bimbi abortiti naturalmente e di quelli frutto di interruzioni volontarie di gravidanze è stata organizzata con l'impegno del dott. Pasquale Marino, referente regionale del <<Movimento per la Vita Aquilano dell'Armata Bianca>>, della responsabile locale, l'ostetrica Elvira Scarpino, in collaborazione con don Massimo Alato, consulente ecclesiastico del Centro Diocesano di Aiuto alla Vita, e con il sostegno dell' arcivescovo di Rossano-Cariati Santo Marcianò. La piccola bara bianca, con i resti di dieci feti abortiti nell'Ospedale Civile di Cariati, è stata accolta, con tantissimi fiori bianchi, da una folla numerosa e, dopo il rituale canonico previsto per il funerale dei bambini, è stata portata in processione nel locale cimitero, dove il Comune ha messo a disposizione un loculo per la tumulazione. “Abbiamo stipulato un protocollo d'intesa con l'Azienda Ospedaliera - ha dichiarato Marino - ed i volontari, periodicamente, provvederanno a dare degna sepoltura a questi bimbi mai nati, qualora i genitori non ne facciano richiesta nei termini previsti dalla legge”. Il responsabile regionale ha anche ricordato gli scopi del movimento ecclesiale che si propone di esaltare il valore della vita sin dal concepimento, sottraendo ad una pratica impietosa i resti mortali dei bambini mai nati, destinati spesso allo smaltimento coi rifiuti speciali. parroco, nell'omelia, ha affermato, come questa sia la prima iniziativa in tutta la Calabria; nella preghiera, ha chiesto a Dio, di “cambiare i cuori di coloro i quali, per diversi motivi, giungono al crimine dell'aborto” e che termini nel mondo questa pratica terribile, consentita dalla legge ma lontana dall'etica e dalla morale cristiana. , in diocesi, continuano le iniziative del Centro Diocesano di Aiuto alla Vita per prevenire l'aborto volontario e per sostenere le donne in difficoltà che decidono di portare avanti una gravidanza: a breve vedrà l'avvio un progetto fortemente voluto dall'arcivescovo Marcianò, che prevede l'apertura, a Rossano, di casa di accoglienza per ragazze madri.
Comunicazione Parrocchiale
MARIA SCORPINITI
STAMPA
Ieri lunedì 10 agosto nella Chiesa di Cristo Re in Cariati Marina il parroco don Mosè Cariati ha presieduto una toccante e significativa celebrazione per la vita. La celebrazione e il rito, voluto dall'Arcivescovo Mons. Santo Marcianò, a ricordo di dieci bambini mai nati, vittime di aborti spontanei e provocati, collocati in una piccola bara bianca, è stata seguita con viva e commossa partecipazione da numerosi fedeli.'omelia di don Mosè Cariati ha sottolineato l'importanza e la sacralità della vita in ogni sua fase e la responsabilità di ognuno, dei cristiani in modo particolare, al rispetto della vita come dono di Dio.Responsabile regionale del Movimento per la Vita Aquilano dell'Armata Bianca, dr. Pasquale Marino, ha ricordato gli scopi del movimento ecclesiale che si propone di esaltare il valore della vita sin dal concepimento, sottraendo ad una pratica impietosa il destino dei resti mortali dei bambini mai nati, destinati spesso , per disinformazione , ambigua ed ingannevole, allo smaltimento coi rifiuti speciali. rito si è concluso con la tumulazione presso il Cimitero di Cariati della piccola bara bianca contente i resti dei dieci bambini mai nati, addobbata con numerosi bouquet di fiori bianchi offerti dai fedeli. -, lì 11 agosto 2009
dott. Pasquale Marino
STAMPA n.18/0910del 26-04-2010
Il Centro diocesano di Pastorale della Vita, della diocesi di Rossano-Cariati, ritiene urgente intervenire in riferimento al tragico episodio verificatosi presso il presidio ospedaliero di Rossano, riguardante la vicenda del feto ritrovato in vita, nonostante il suo abbandono in condizioni disumane, circa 24 ore dopo un'interruzione di gravidanza alla ventiduesima settimana.
S. Ecc. Mons. Santo Marcianò, Arcivescovo della diocesi, da sempre impegnato a difendere e promuovere la sacralità e l'inviolabilità della vita umana, denuncia con forza la gravità del fatto, viste le allarmanti problematiche che la vicenda fa emergere.
Come primo elemento appare sconcertante l'arbitraria superficialità dei sanitari nell'omettere qualsiasi tipo di cura e rianimazione del bambino il quale, nonostante ciò, ha continuato a sopravvivere autonomamente.
Inoltre, è da registrare, in maniera sempre più grave, il diffondersi di una cultura della morte totalmente non rispettosa dell'essere umano tradotta in una prassi che, come in questo caso, assume connotazioni barbariche, sovvertendo i fondamentali principi di cura e soccorso della vita umana, naturalmente presenti nell'uomo e, in misura maggiore, proprie della professione medica.
Il caso, sottolinea l'Arcivescovo, deve poi portare la comunità civile a riflettere sulla drammaticità rappresentata dall'aborto in quanto soppressione di un essere umano e, nello specifico, sulla illiceità del definirlo “terapeutico”. In quanto tale, infatti, questo non rappresenta una cura ma, semmai, rafforza quella mentalità eugenetica dilagante che, non solo aumenta il ricorso all'aborto stesso, ma pone seri interrogativi sul presunto beneficio che esso abbia sulla salute della donna e sul significato naturale della maternità, nonché ci invita a considerare con quanta facilità sia trattata in modo “non umano” una persona gravemente malformata o anche semplicemente non voluta.
Ci auguriamo che questa vicenda apra un serio e fecondo dibattito e che porti tuttia collaborare affinché il valore della vita e di ogni persona umana sia riconosciuto come il fondamento di una società civilee giusta.
Il Direttore dell'UCS
Capano