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Il servizio e la Croce
Messaggio dell’Arcivescovo per la Pasqua 2013
«Il vero potere è il servizio», ci ha ricordato Papa Francesco nell’omelia di inizio Pontificato; ma il vero servizio è «la croce»!
È un tempo di grazia quello che la Chiesa universale sta vivendo in queste settimane; un tempo della cui portata storica forse non ci rendiamo pienamente conto; un tempo che ha assorbito, per molti versi, le nostre preoccupazioni, i nostri pensieri, i nostri interessi.
Soprattutto, però, un tempo che si deve contemplare alla luce della Croce.
È in questa luce che Benedetto XVI ha sorpreso il mondo con un gesto gravido di profezia: la rinuncia al ministero. È in questa luce che Francesco ha accettato e iniziato il suo ministero petrino.
Sì, la croce. E non una croce qualsiasi ma la Croce di Cristo!
Alla vigilia della Quaresima siamo rimasti attoniti per come questa Croce veniva abbracciata da un Papa non “dimissionario” ma gettato dal Signore in una missione straordinaria: quella, come lo stesso Benedetto ha ricordato, di rimanere «accanto a Cristo Crocifisso» con la forza e la fecondità del servizio di una «preghiera» dalla quale - lo tocchiamo con profonda certezza - scaturiscono anche gli eventi di grazia che stiamo vivendo oggi con Papa Francesco.
La sua elezione, giunta alle soglie della Settimana Santa, ha già, con pochi gesti e poche parole, disegnato il profilo di un Pontificato e, allo stesso tempo, indirizzato il cammino della Chiesa verso un servizio povero e ai poveri, gioioso e portatore di gioia, fraterno e generatore di fraternità, misericordioso e canale di quella Misericordia Divina che, nella profonda sapienza evangelica, è l’Amore “viscerale” di Dio. È questo Amore che giunge a squarciare il Cuore e la Carne di Cristo e di chi, come il vicario di Cristo ma anche come ogni cristiano, non desidera che vivere per Lui e accanto a Lui, non spera che imparare ad amare Lui, non è chiamato ad altro se non ad “essere Lui”. È questo Amore che, come per Lui, conduce inevitabilmente alla Croce.
Molti svolgono un servizio all’uomo, con una cura e un’attenzione alla persona che, forse, tante volte mancano proprio ai cristiani. Ma la Croce è il potere d’amore che Cristo ha compreso, e ci ha mostrato, essere il culmine del Suo salvifico servizio all’uomo. Un culmine che, paradossalmente, è raggiunto quando, per amore, si scompare nel fallimento, nel rifiuto, nel dolore, nel rinnegamento, nella morte. In tutte queste cose, come Lui, anche noi siamo vincitori e servitori.
Sì, la Sua Croce è davvero nostra gloria!
Signore Gesù, facci amare la Croce. E non solo a parole, non solo quando è lontana, non solo nella teoria; facci amare la nostra croce: quella croce che non ci aspettavamo, quella croce che è costruita con una sofferenza insopportabile, quella croce che, in una parola, ci espropria definitivamente. Perché solo lasciandoci espropriare del tutto potremo sfiorare la bellezza di una vita donata in un servizio che ci rende capaci, come Benedetto e come Francesco, ma soprattutto come Gesù, di sconvolgere la logica del mondo con scelte e gesti che sgorgano dalla docilità allo Spirito e dallo sguardo amorevole poggiato sul bene della Chiesa e dell’uomo. Un servizio che è non solo amore concreto ma, nel Mistero di Dio, diventa amore salvifico: amore che conduce alla croce e sopravvive alla croce; che dalla croce si lascia educare, trasformare, purificare per risplendere e illuminare le tenebre del mondo nel mattino della Risurrezione ormai vicino.
E così sia!
A tutti, Buona Pasqua di servizio e di amore.
XSanto Marcianò
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