L''ARCIVESCOVO MONS. ALOISE
OGGI FARA’ IL SUO INGRESSO A CARIATIMONS. MAURIZIO ALOISE, QUINTO ARCIVESCOVO DELL’ARCIDIOCESI DI ROSSANO -CARIATI Cassone, Marcianò, Satriano) , ORIGINARIO DI SQUILLACE (CZ)
CARIATI 19 Giugno 2021
Cerimonia nella Concattedrale S.Michele Arcangelo, alle ore 18
di Franco Liguori, storico
Il nuovo pastore
L’Arcidiocesi di Rossano- Cariati, nata 35 annior sono, in forza del decreto Instantibus votis di Giovanni Paolo II del 30 settembre 1986, ha il suo quinto arcivescovo, che ha già fatto il suo ingresso in Rossano sabato scorso 12 giugno, e che stasera, alle ore 18, farà il suo ingresso in Cariati. Si tratta di Mons. Maurizio Aloise, nato a Catanzaro il 20 aprile 1969 e proveniente dall’arcidiocesi metropolitana di Catanzaro-Squillace. Egli succedea mons. Giuseppe Satriano, che ha retto la nostra arcidiocesi dall’ottobre 2014 all’ottobre 2021, quando è stato nominato arcivescovo di Bari-Bitonto. Anche se nato a Catanzaro, mons.
Aloise è originario della cittadina di Squillace, anch’essa un tempo, come Cariati, diocesi autonoma, ed ora unita alla vicina sede episcopale di Catanzaro. Squillace è nota per essere la patria del grande Cassiodoro, un protagonista della storia cristiana, italica e mediterranea tra antichità e Medioevo; un fondatore della cultura medievale e uno dei “padri storici”, insieme con S. Benedetto da Norcia, del monachesimo occidentale. Ma ha dato i natali anche ad un noto personaggio della nostra storia risorgimentale: il generale Guglielmo Pepe; e, poi, il paese è noto anche per la sua antica e illustre tradizione dell’arte della ceramica, ancora oggi molto viva e alimentata da un ottimo istituto d’arte. Mons. Aloise, da buon squillacese, ha frequentato, prima di entrare in Seminario, proprio l’Istituto d’arte di Squillace, dove ha conseguito il diploma di scuola superiore.Ha svolto, poi, gli studi di teologia, presso l’Istituto Teologico Calabro di Catanzaro, ottenendo il baccellierato.Dopo l’ordinazione sacerdotale ha approfondito gli studi di Morale sociale e ha studiato Mariologia alla Pontificia Facoltà Teologica “Marianum” di Roma. E’ stato ordinato sacerdote per l’arcidiocesi metropolitana di Catanzaro-Squillace il 18 novembre 1995; ha svolto attività pastorale come amministratore parrocchiale di San Nicola Vescovo a Gagliato e come vice-parroco di S. Maria della Pietra a Chiaravalle Centrale. Nella parrocchia di Gagliato, nel 1997, collaborando con i volontari delle Caritas parrocchiali e con le organizzazioni civili coinvolte, ha coordinato l’accoglienza dei profughi curdi sbarcati sulle coste di Soverato.E’ stato anche direttore Dell’Ufficio Vocazioni diocesano; è stato parroco di S.Domenica V.M.e rettore del Santuario diocesano S. Maria delle Grazie a Torre Ruggero e dal 2011 pro-vicario generale. Da un anno è vice presidente della Fondazione Betania onlus di Catanzaro.
Ecco qualche passaggio della sua Lettera ai presbiteri, alle persone di vita consacrata e ai fedeli cristiani laici della nostra Arcidiocesi:“Sorelle e fratelli tutti, venendo tra voi, come viandante, sono sicuro di trovare una comunità che mi sosterrà e nella quale ci aiuteremo a vicenda per continuare ad andare avanti, soprattutto in questo tempo di pandemia, che sta fiaccando la nostra resistenza! La Chiesa, fiduciosa in Dio onnipotente che ha inviato per noi il Figlio Salvatore, non aspira a competere per poteri terreni, bensì ad offrirsi come una famiglia tra le famiglie. ..La Chiesa è una casa con le porte aperte, perché è madre….E come Maria, la Madre di Gesù, vogliamo essere una Chiesa che serve, che esce di casa, che esce dai suoi templi, dalle sue sacrestie, per accompagnare la vita, sostenere la speranza, essere segno di unità per gettare ponti, abbattere muri, seminare riconciliazione (…). Camminiamo insieme, continuando a far fronte in modo positivo a eventi drammatici, sapendoci riorganizzare per raggiungere nuovi traguardi! Per me vi chiedo di continuare a pregare e con me a collaborare”.
L’Arcidiocesi di Rossano-Cariati
L’attuale arcidiocesi di Rossano-Cariati è nata, come accennavamo agli inizi di questo nostro articolo, trentacinque anni or sono, con un decreto di papa Giovanni Paolo II (Wojtyla) datato 30 settembre 1986. Questo provvedimento ha unito in perpetuum all’arcidiocesi di Rossano, un piccolo troncone della ex ed autonoma Diocesi di Cariati, comprendente i paesi “cosentini” di Cariati, Terravecchia, Scala Coeli e San Morello, mentre tutti i paesi ricadenti nell’allora provincia di Catanzaro (poi Crotone), da Torretta di Crucoli fino a Strongoli, sia costieri che interni ,erano stati, fin dal 1979, sottratti a Cariati e inglobati nella nuova arcidiocesi di Crotone-Santa Severina. Rossano e Cariati, dunque, hanno avuto, prima di questo provvedimento del 1986, una storia autonoma, durata per più secoli. Rossano divenne sede episcopale ancor prima dell’anno Mille, in età bizantina; Cariati, invece, fu elevata a sede vescovile molto più tardi, nel XV secolo (1437), da papa Eugenio IV, su interessamento della principessa Covella Ruffo.A partire dal 1986, quindi, la circoscrizione ecclesiastica di cui noi facciamo parte è una soltanto e si chiama Arcidiocesi di Rossano-Cariati, con una superficie di 1415 km quadrati e 140 mila abitanti. I comuni che ne fanno parte sono, in ordine alfabetico: Bocchigliero, Calopezzati, Caloveto, Cariati, Corigliano-Rossano, Cropalati, Crosia, Longobucco, Mandatoriccio, Paludi, Pietrapaola, S.Lorenzo del Vallo, Scala Coeli, Spezzano Albanese, Tarsia, Terranova da Sibari, Terravecchia.Gli arcivescovi che hanno retto l’arcidiocesi di Rossano-Cariati sono stati, prima dell’arrivo di Mons. Aloise, quattro:Serafino Sprovieri(1986-1991); Andrea Cassone (1992-2006); Santo Marcianò (2006-2013); Giuseppe Satriano (2014-2021). Se si va a “curiosare” nella storia delle due ex diocesi di Rossano e di Cariati, quando non erano unite come oggi, si scopre che Mons. Aloise è stato preceduto , nell’Ottocento, da due ecclesiastici originari dell’anticaex Diocesi di Squillace (ora unita a Catanzaro), ambedue nativi di Serra San Bruno: mons. Bruno Tedeschi, che fu arcivescovodi Rossano dal 1835 al 1843, e mons. Giuseppe Barillari, che fu vescovo di Cariati dal 1895 al 1902.
Restano testimonianze della operosità di quest’ultimo a Cariati, il restauro del Seminario e l’abbellimento della Cattedrale, con gli altarilaterali delle due navate, ricoperti di marmo e la sistemazione della Cappella di San Cataldo, oltre all’androne ligneo dell’ingresso, recentemente fatto restaurare da Don Gino Esposito. Le iniziali del suo nome G B si leggono ancora oggi nella grata di ferro sovrastante il portone d’ingresso del Palazzo Vescovile, purtroppo ancora “ingabbiato” in una impalcatura fatiscente, in attesa di mai iniziati lavori di recupero, e che segnaliamo all’attenzione del nuovo “pastore” dell’Arcidiocesi di Rossano-Cariati. Spulciando altre “curiosità storiche” che ci fanno scoprire antichi legami tra la diocesi di provenienza (Catanzaro- Squillace) e quella di arrivo del “novello pastore”, rileviamo che, in tempi più recenti, da Rossano-Cariati andarono a Catanzaro-Squillace mons. Cantisani e mons. Ciliberti, mentre nel 1981 venne nominato arcivescovo di Rossano e Cariati mons. Serafino Sprovieri, che era all’epoca vescovo ausiliare di Squillace. Vi sono, perciò, come è stato giustamente rilevato da una giornalista squillacese (C.Commodaro), “precedenti ecclesiali molto importanti e altresì pregressi e molto significativi che rinsaldano i rapporti di Squillace con il territorio in cui è pastoralmente preposto mons. Aloise, certamente beneauguranti per il suo apostolato e che arricchiscono le sue doti umane e sacerdotali e valorizzano ancor più il suo sperimentato e riconosciuto zelo apostolico”. Sulle qualità umane e sacerdotali del novello pastore così si è espresso l’arcivescovo-metropolita di Catanzaro, mons. Vincenzo Bertolone: “Sono sicuro che don Maurizio Aloise, con le sue doti di umiltà, di capacità di ascolto e di risoluzione dei problemi, saprà suscitare entusiasmo in una diocesi di grande prestigio e in un territorio alle prese con mille problematiche”. E questo è anche l’auspicio di tutti noi cariatesi !
Don Gino Esposito: A Cariati i vescovi sono di casa e a casa
CARIATI – LA COMUNITÀ ACCOGLIE IL NUOVO ARCIVESCOVO
Mons. Aloise: “Conosco la vostra bella vocazione marinara”
CARIATI – «Salendo per arrivare nel centro storico, ho notato molte barche al porto; conosco la vostra bella vocazione marinara e la vostra laboriosità, ma anche la solidità della fede dei vostri antenati, come quella del vescovo Eugenio Raffaele Faggiano e del Servo di Dio mons. Alessandro Vitetti, e una storia ricca di valori». Sono, queste, alcune parole pronunciate dal neo arcivescovo della diocesi di Rossano- Cariati, mons. Maurizio Aloise, che ha fatto il suo ingresso nella cittadina ionica sabato scorso, accolto da una comunità in festa. Nato a Catanzaro 52 anni fa, il nuovo presule proviene dall’arcidiocesi di Catanzaro-Squillace e succedea mons. Giuseppe Satriano, nominato arcivescovo di Bari-Bitonto
Il suo arrivo al Ponte, entrata del borgo medievale, è stato salutato dai fuochi d’artificio, dai tradizionali confetti gettati sul capo dai fedeli, e dalla calorosa accoglienza da parte delle autorità religiose, civili e militari. Presenti, tra gli altri, i parroci della Vicaria, il vicario generale dell’Arcidiocesi don Pino Straface, don Giuseppe Scigliano, parroco a Rossano, originario di Cariati, alcuni sacerdoti di Squillace, città di origine di mons. Aloise, il sindaco Filomena Greco e i primi cittadini dei comuni limitrofi, il comandante della locale stazione dei carabinieri Nicodemo Leone. Dal Ponte, il percorso a piedi fino alla vicina piazza del Municipio per la cerimonia di benvenuto e l’omaggio dell’Amministrazione comunale. Nel suo saluto, il presidente del Consiglio cariatese, Francesco Cicciù, ha presentato al Presule le caratteristiche di una comunità complessa, dove però non mancano però le intelligenze e la voglia a collaborare per il bene comune, augurandogli una lunga e proficua permanenza in Diocesi e assicurandogli tutto il sostegno nella sua azione pastorale. Anche la sindaca Greco, dopo aver fatto una panoramica sui problemi sociali, aggravati dalla pandemia, che affliggono la comunità, in particolare famiglie e giovani, chiedendo supporto nella battaglia che si sta portando avanti per affermare sul territorio il diritto alla salute. Nel sottolineare lo spirito di accoglienza che contraddistingue da sempre i cariatesi e il ruolo del volontariato sociale per rispondere alle continue emergenze, ha affermato: «Oggi sentiamo forte la sua vicinanza, è già membro della nostra comunità e vogliamo iniziare con lei un nuovo percorso condiviso». Un invito che mons. Aloise ha colto con gioia: «Vengo per amare e servire tutti nel nome di Cristo – ha detto infatti – nella mia azione pastorale avrò uno sguardo privilegiato per le classi sociali più povere e sofferenti».
Dopo i saluti istituzionali, percorrendo le caratteristiche viuzze del centro storco addobbate dalle tradizionali coperte al telaio realizzate dalle donne cariatesi, mons. Aloise ha fatto il suo ingresso nella concattedrale San Michele Arcangelo, dove ha avuto luogo la solenne concelebrazione eucaristica. In apertura, il parroco don Gino Esposito, nel suo discorso di benvenuto ha evidenziato che a Cariati i vescovi “sono di casa e a casa” e che i cittadini si affezionano sempre al loro pastore. Questo perché, lo ricordiamo, prima del decreto Instantibus votis di Giovanni Paolo II del 30 settembre 1986, Cariati per cinque secoli è stata diocesi a sé, con il vescovo in sede. «Lei oggi viene a confermarci nella fede – ha affermato don Gino – che molti sembrano aver smarrita a causa della crisi economica e della crisi della famiglia, in particolare i giovani. Qui a Cariati, però – ha aggiunto – lei troverà lo zelo di mons. Vitetti e il ricordo di una storia illustre, fatta di tradizioni e valori, come la laboriosità degli abitanti e la grande emigrazione in Germania, una memoria che ritroviamo nei nostri anziani, autentici scrigni di valori». Al termine della solenne funzione, animata dal coro polifonico della Cattedrale, mons. Aloisio si è intrattenuto in preghiera nella navata laterale della cattedrale neoclassica, che custodisce le spoglie di don Alessandro Vitetti.
Il neo arcivescovo dovrà prendere subito in mano l’annosa questione del risanamento del Palazzo Vescovile (XVII sec.), i cui lavori non sono mai iniziati nonostante la Giunta Regionale calabrese abbia deliberato, il 2 aprile 2019, di destinare allo scopo 800 mila euro e sia stato firmato il protocollo d’intesa tra la Regione e la Diocesi di Rossano-Cariati.
I suddetti lavori, una volta ultimati, permetteranno di rimuovere l’ingombrante e fastidiosa impalcatura che dal novembre 2015 impacchetta il Vescovado, divenuta negli anni fatiscente e ricettacolo di rifiuti e di animali.